BOLÉRO

Durata: 120 min

Genere: Storia, Dramma, Musica
Lingua: Italiano
Regia: Anne Fontaine
Con: Raphaël Personnaz, Doria Tillier, Jeanne Balibar, Emmanuelle Devos, Sophie Guillemin, Vincent Perez, Anne Alvaro, Mélodie Add...
Completamente bloccato nel suo processo creativo, ma sostenuto dall’adorata Misia, da Marguerite, Cipa e Madame Revelot, Ravel riuscirà alla fine a comporre l'aria struggente e ipnotica basata su un tetracordo discendente. Ma come la sua opera, l'esistenza stessa dell'artista è in procinto di vacillare...
Da dove viene l'ispirazione artistica? Come fa il genio a uscire dalla lampada? Naturalmente non ci sono spiegazioni definitive sul mistero di queste emanazioni, oltre ad alcuni ingredienti di base necessari come il talento, una ricerca personale e l'incontro folgorante della psiche profonda dell'artista con le circostanze della sua esistenza. "Non credo nelle muse, credo nella musica, la onoro e la prego, ma non sempre mi risponde": queste le parole di Maurice Ravel, di cui la regista francese Anne Fontaine ha scelto di esplorare in Boléro l’omonima e famosissima composizione. Un lungometraggio "classico", in linea con il lavoro magistrale dell'esperta regista (che ha all'attivo 18 titoli, tra cui le incursioni nel cinema d'epoca Les innocentes e Coco avant Chanel), ma in cui una melodia originale ronza debolmente in sottofondo, un'ombra insistente di tristezza e di ritegno che fa eco all'elegante malinconia del suo protagonista. Da ciò emerge un ritmo narrativo preciso e rigoroso, che si prende il suo tempo, e la determinazione a non lasciare che lo spettatore sia troppo distratto dalla melodia del film (l'amore impossibile, gli incredibili eventi che circondano la nascita del Bolero), né ad anticipare il crescendo finale (sappiamo tutti in anticipo che l'opera vedrà la luce). Sotto la patina di un biopic, raccontato attraverso la storia di una composizione il cui successo internazionale ha garantito al suo autore l'immortalità, la regista dipinge infatti uno strano quadro di un uomo che rifiuta la felicità e anticipa il disastro. Da questo conflitto all'interno di un "vulcano di ghiaccio" emergerà un capolavoro.
È il 1927 e l'insonne Maurice Ravel (un eccellente Raphaël Personnaz), compositore di fama mondiale, ma che ha anche i suoi detrattori a causa del suo stile poco emozionante, viene incaricato di scrivere una composizione per balletto dall'impetuosa coreografa Ida Rubinstein (Jeanne Balibar). Completamente bloccato nel suo processo creativo, ma sostenuto da Misia (Doria Tillier), di cui è innamorato perdutamente, e da Marguerite (Emmanuelle Devos), Cipa (Vincent Perez) e Madame Revelot (Sophie Guillemin), Ravel riuscirà alla fine a comporre l'aria struggente e ipnotica basata su un tetracordo discendente ("il suono delle origini, il fondamento primitivo"). Ma come la sua opera ("si ripete e si ripete, poi ricomincia e a un certo punto va in tilt, tutto esplode e poi è la fine, come la vita"), l'esistenza stessa dell'artista (segretamente appesantita da un passato rivelato in alcuni flashback) è in procinto di vacillare... Delizioso dal punto di vista musicale (con le opere di Ravel suonate al pianoforte da Alexandre Tharaud), Boléro è un film che nasconde un dolore sommesso sotto l'apparenza tradizionale e un'osservazione molto ravvicinata della psicologia di un genio, a volte perso nella sua stessa musica, piena di suoni e silenzi. Estraneo all'esistenza umana comune, ma desideroso di assaggiarla, Ravel è una figura fatalista e accattivante di cui la regista riesce a creare un ritratto insidiosamente avvincente […]
Fabien Lemercier, Cineuropa

120 min
Genere: Storia, Dramma, Musica
Lingua: Italiano
Regia: Anne Fontaine
Con: Raphaël Personnaz, Doria Tillier, Jeanne Balibar, Emmanuelle Devos, Sophie Gu...
Completamente bloccato nel suo processo creativo, ma sostenuto dall’adorata Misia, da Marguerite, Cipa e Madame Revelot, Ravel riuscirà alla fine a comporre l'aria struggente e ipnotica basata su un tetracordo discendente. Ma come la sua opera, l'esistenza stessa dell'artista è in procinto di vacillare...
Da dove viene l'ispirazione artistica? Come fa il genio a uscire dalla lampada? Naturalmente non ci sono spiegazioni definitive sul mistero di queste emanazioni, oltre ad alcuni ingredienti di base necessari come il talento, una ricerca personale e l'incontro folgorante della psiche profonda dell'artista con le circostanze della sua esistenza. "Non credo nelle muse, credo nella musica, la onoro e la prego, ma non sempre mi risponde": queste le parole di Maurice Ravel, di cui la regista francese Anne Fontaine ha scelto di esplorare in Boléro l’omonima e famosissima composizione. Un lungometraggio "classico", in linea con il lavoro magistrale dell'esperta regista (che ha all'attivo 18 titoli, tra cui le incursioni nel cinema d'epoca Les innocentes e Coco avant Chanel), ma in cui una melodia originale ronza debolmente in sottofondo, un'ombra insistente di tristezza e di ritegno che fa eco all'elegante malinconia del suo protagonista. Da ciò emerge un ritmo narrativo preciso e rigoroso, che si prende il suo tempo, e la determinazione a non lasciare che lo spettatore sia troppo distratto dalla melodia del film (l'amore impossibile, gli incredibili eventi che circondano la nascita del Bolero), né ad anticipare il crescendo finale (sappiamo tutti in anticipo che l'opera vedrà la luce). Sotto la patina di un biopic, raccontato attraverso la storia di una composizione il cui successo internazionale ha garantito al suo autore l'immortalità, la regista dipinge infatti uno strano quadro di un uomo che rifiuta la felicità e anticipa il disastro. Da questo conflitto all'interno di un "vulcano di ghiaccio" emergerà un capolavoro.
È il 1927 e l'insonne Maurice Ravel (un eccellente Raphaël Personnaz), compositore di fama mondiale, ma che ha anche i suoi detrattori a causa del suo stile poco emozionante, viene incaricato di scrivere una composizione per balletto dall'impetuosa coreografa Ida Rubinstein (Jeanne Balibar). Completamente bloccato nel suo processo creativo, ma sostenuto da Misia (Doria Tillier), di cui è innamorato perdutamente, e da Marguerite (Emmanuelle Devos), Cipa (Vincent Perez) e Madame Revelot (Sophie Guillemin), Ravel riuscirà alla fine a comporre l'aria struggente e ipnotica basata su un tetracordo discendente ("il suono delle origini, il fondamento primitivo"). Ma come la sua opera ("si ripete e si ripete, poi ricomincia e a un certo punto va in tilt, tutto esplode e poi è la fine, come la vita"), l'esistenza stessa dell'artista (segretamente appesantita da un passato rivelato in alcuni flashback) è in procinto di vacillare... Delizioso dal punto di vista musicale (con le opere di Ravel suonate al pianoforte da Alexandre Tharaud), Boléro è un film che nasconde un dolore sommesso sotto l'apparenza tradizionale e un'osservazione molto ravvicinata della psicologia di un genio, a volte perso nella sua stessa musica, piena di suoni e silenzi. Estraneo all'esistenza umana comune, ma desideroso di assaggiarla, Ravel è una figura fatalista e accattivante di cui la regista riesce a creare un ritratto insidiosamente avvincente […]
Fabien Lemercier, Cineuropa